Cuoco in bicicletta Tour de France 2022
Perchè porsi dei limiti? Perchè limitarsi al Giro d’Italia? Nell’eterna sfida culinaria tra Italia e Francia, perchè non attraversare le alpi per esportare le prelibatezze del tifo italiano? Per la prima volta il cuoco in bicicletta affronta le strade del Tour de France e i suoi tifosi. Un’impresa che non si rivelerà semplice.

A 100 metri dall’arrivo di Megeve‘
Esordio in una tappa con salita molto facile, migliaia di tifosi assiepati prima dell’arrivo, ma la corsa passa troppo veloce per poter intercettare i corridori. In compenso trovo qualche collega particolarmente originale.

Un tifoso olandese particolarmente originale.
Seconda opportunità il giorno seguente sul col du Granon, nei pressi di Briancon, salita lunga ripida e sempre esposta al sole, si sale solo a piedi o in bicicletta e questo riduce di parecchio il numero di tifosi presenti.
Le strade sono addobbate a festa, centinaia di ciclisti sono diretti all’imbocco della salita, le auto restano tutte parcheggiate ordinatamente a fondo valle, mentre un fiume di persone si incammina verso l’arrivo posto a oltre dieci chilometri di distanza.

Inizio salita, mancano solo 11 chilometri.
Dopo pochi attimi incontro il padre di tutti i ciclotifosi, “il diavolo” Didi Serft. Iconica figura presente sulle strade del tour da oltre 30 anni.

Finalmente incontro il maestro di tutti i tifosi.
Foto di rito e ripartenza, altre foto con altri tifosi e via sino alla vetta dove trovo sempre meno tifosi e sempre più sole. Poco prima dell’arrivo vengo intervistato da “Le Dauphiné libéré” quotidiano locale.

Ok, non sono di Milano, ma il resto è tutto vero.
Quando arriva la gara il gruppo è già esploso, Vingegaard si sta involando verso la conquista del tour, Pogacar soffre una crisi di fame mentre il resto dei corridori sale del proprio ritmo.

Vingegaard si invola verso la maglia gialla.

Caleb Ewan riesce a dedicarmi un sorriso dopo una tappa molto impegnativa.